sabato 30 gennaio 2016

CRONACHE DI UN REGISTA INDIPENDENTE - PARTE 1: Sessofòbia (2006)

TRAMA: Fabrizio Pascal è un ragazzo di 27 anni, disoccupato, ossessionato dal sesso. Per eludere questa sua fissazione Fabrizio Pascal si rifugia nella masturbazione, esiliando dalla sua vita tutti gli affetti più cari, compresa la sua fidanzata Laura. Sessofòbia è il viaggio di un adolescente chiuso nel corpo di un adulto che cerca di ingannare una realtà che sarà sempre più furba e scaltra di lui.

DATA DI USCITA: Aprile 2006.
GENERE: Drammatico.
DURATA: 19 min. circa.
CAST: Edy Chiurato, Laura Panigati, Giulia Melchionni.
SOGGETTO, FOTOGRAFIA, OPERATORE ALLA MACCHINA E REGIA: Luca Angioli.
SCENEGGIATURA: Luca Angioli, Fabrizio Aurino, Edy Chiurato, Emiliano Ranzani.
MONTAGGIO AUDIO E VIDEO: Luca Angioli e Edy Chiurato.
SUPPORTO INFORMATICO: Maurizio "chiodo" Chiodelli.
TECNICO DELLO STAEDYCAM: Antonio Panigati.
COSTUMI ORIGINALI: Turcato Daniela.
COLONNA SONORA: I Maestri dell'Ozio.


PROIEZIONI UFFICIALI:

PROIETTATO DUE VOLTE NEL 2006 AL CINEMA MASSIMO DI TORINO IN OCCASIONE DELLA RASSEGNA ANTEPRIMA SPAZIO TORINO.
MESSO IN STREAMING NELL’ESTATE DEL 2007 DAL SITO WWW.ILCORTO.IT.






Riguardando il mio primo cortometraggio, che è datato 2006 ma che ha richiesto più di tre anni per essere finito, un pò mi viene da ridere e un pò mi viene da piangere.
Mi viene da ridere perchè i mezzi tecnici, che consistevano in una videocamera di bassissima fascia con cassette MiniDv (che non esistono più) e un trepiedi da 15 euro comprato in un supermercato, non davano molta possibilità di spaziare artisticamente quanto sicuramente avrei voluto; e la recitazione del buon Edy Chiurato, che poi sarebbe stato mio compagno di avventure cinematografiche per molti anni a venire, non aiutava molto il coinvolgimento dello spettatore.
Mi viene da piangere perchè mi ricordo la sensazione di immensa libertà che provai dando la vita alla prima storia che partorì il mio cervello per essere trasformata in un piccolo film, e mi viene da piangere per come ogni piccolo traguardo, come uno stacco di montaggio azzeccato o una inquadratura particolarmente riuscita mi rendessero felice come non ero mai stato nella mia vita.

Ricordo che quando mi inventai la storia di questo Fabrizio Pascal (che poi sarebbe diventata una trilogia con L'invisibile del 2007 e Altrove e con Nessuno del 2014) avevo una gran voglia di metterci dentro tutte quelle cose a cui pensavo più spesso: l'amore, i ricordi, il tempo, il sesso e la solitudine.
Si ripensandoci in parte sono riuscito in questa missione, facendo però un gran bel minestrone di tutto quello che in quegli anni di febbrili e infinite visioni cinematografiche mi aveva colpito in modo particolare: le sequenze separate con titoli e la divisione in atti veniva per esempio da Barry Lindon di Kubrick, che all'epoca mi aprì una serie di possibilità narrative che mai avrei pensato esistessero; alcune battute sono prese paro paro da American Beauty di Mendes, che invece era diventato quello che io consideravo "L'unico modo serio di fare il Cinema".

Insomma la cosa più importante che questi 20 minuti hanno fatto per il sottoscritto è dargli la certezza che SI, SI POTEVA FARE, anche senza i milioni di euro si poteva dare forma a una storia che tu giovane universitario/lavoratore squattrinato avevi pensato dentro la tua testolina.
E ora, che è inutile negarlo, annego in una crisi creativa da più di due anni, è proprio a questo che devo ritornare, a crederci, e soprattutto a portare altre persone a crederci con me, come feci con Edy Chiurato, conosciuto all'univeristà e diventato amico e grande collaboratore per anni; così come con I Maestri dell'Ozio, gruppo novarese che mi aiuto con la colonna sonora.
L'ultima nota va al fatto che ebbi l'occasione di vedere il mio primo cortometraggio proiettato al Cinema massimo di Torino, e quell'emozione non la dimenticherò mai.




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